Morire d’amore e per amore. Carmen, Tosca, Desdemona, Lucia, Norma, Cio-Cio-San e Violetta. Sette donne unite da una tragica fine e sette eroine della lirica a cui Maria Callas ha donato voce e corpo, e con cui ha condiviso il drammatico destino. Ci racconta questo sentimento ardente, annichilente e oscuro, la celebre artista e performer Marina Abramović, realizzando l’opera in sette episodi che aveva in mente già dalla fine degli anni ’70, e che nel 2014 stava per prendere forma. I sette episodi, dovevano essere affidati a sette differenti registi, fra cui Roman Polanski, Alejandro González Iñárritu, Marco Brambilla, Giada Colagrande e Yorgos Lanthimos, ma le defezioni di alcuni di essi e i problemi di budget fecero arenare il progetto. E poi, quando 7 Deaths of Maria Callas avrebbe finalmente dovuto andare in scena, ecco che la pandemia ha di nuovo sparigliato le carte. Da aprile il corto è slittato sempre più avanti, fino ad approdare il primo di settembre alla Bayerische Staatsoper di Monaco. Sette cantanti hanno interpretato le sette arie operistiche mentre Marina Abramović rappresentava il momento topico della morte di ognuna di loro.
L’amore perduto
Fil rouge della performance è la sofferenza per l’amore perduto che spinge le indimenticabili eroine a un gesto estremo o a subire la violenza omicida dell’uomo che tanto hanno amato. “Per trentun anni ho voluto realizzare un’opera dedicata alla vita e all’arte di Maria Callas. Ho letto tutte le sue biografie, ho ascoltato la sua straordinaria voce e l’ho vista in un film. Sagittario, come me, sono sempre stata affascinata dalla sua personalità, dalla sua vita – e dalla sua morte. Come molti dei personaggi che ha creato sul palco, è morta per amore. È morta di crepacuore. La maggior parte delle opere finisce con la morte della donna e il più delle volte è per amore. Salterà dai precipizi, brucerà, verrà pugnalata o semplicemente impazzirà”.
Le arie operistiche
Mentre le sette cantanti eseguono le famose arie, Addio del passato da La traviata, Vissi d’arte da Tosca, Ave Maria da Otello, Un bel dì vedremo da Madama Butterfly, Habanera da Carmen, Il dolce suono da Lucia di Lammermoor e Casta Diva da Norma, contemporaneamente Abramović le commenta secondo il suo punto di vista: “In questa performance abbiamo adottato un approccio molto concettuale all’opera, abbiamo ridotto al minimo i soliti elementi e collegato gli elementi di video e performance, narrazione e musica con semplicità concettuale”.
Gli illustri collaboratori
Accompagnata dalle musiche di Marko Nikodijević, l’artista è affiancata dall’eclettico e pluripremiato attore Willem Defoe, che interpreta i crudeli personaggi maschili delle opere. Abramović ha potuto contare anche sulla collaborazione di Riccardo Tisci, direttore creativo di Burberry, che ha realizzato appositamente gli abiti per lei. I costumi teatrali rivisti in chiave contemporanea evocano la grandezza della Callas che si fonde con la visionarietà e la presenza scenica della performer serba.
Commenta Riccardo Tisci: “Sono un sognatore romantico, quindi questo è stato un progetto molto semplice da realizzare. Il tema è quello dell’amore in tutte le sue forme, dalla luce all’oscurità. Marina è uno dei miei grandi amori personali e mi sento privilegiato nel chiamarla mia amica e parte della mia famiglia. È una delle artiste più audaci e coraggiose del mondo, ed è un onore incredibile collaborare ancora una volta con lei su un tema che sta a cuore ad entrambi”. Ed è con profonda commozione che Marina ci saluta: “Questo progetto mi sta molto a cuore. Si tratta di morire di crepacuore, morire per amore. Spero che il pubblico possa trovare una parte di sé in questi soggetti senza tempo”.
© foto di Wilfried Hösl
Pubblicato su Handbook Costa Smeralda, 23/11/2020