Mai come in questi giorni ci troviamo a ripensare alle nostre case, ad apprezzarne i pregi, a guardare con affetto agli oggetti che fanno parte del nostro vissuto, ma anche a scoprirne i limiti. Molti di noi in questo momento stanno desiderando più che mai la vicinanza con la natura, che di colpo ci è stata sottratta e ci sembra solo una cartolina sbiadita. Ma oltre alla distanza dovuta al momento contingente, che si auspica finisca presto, è sempre più impellente una riflessione sul progressivo allontanamento dell’uomo dai ritmi naturali, giacché la crescente urbanizzazione ha relegato gli spazi verdi a qualcosa di meramente decorativo o funzionale all’attività fisica e ai passatempi ludici. Come purtroppo accade quando qualcosa improvvisamente ci viene a mancare, oggi sentiamo la necessità di riconsiderare il legame indissolubile fra noi e la natura, quel suo mutare e pulsare, le sue fasi di stasi e di morte, metafora perfetta della nostra stessa vita.

Proprio nell’ottica di non perdere di vista il legame ancestrale fra uomo e natura, ci giunge un interessante spunto di riflessione dal cosiddetto Biophilic design, un modo innovativo di progettare i luoghi in cui si vive, lavora e studia, ispirato ai principi della biofilia, di cui per primo parlò il naturalista Edward O. Wilson e poi lo psicoanalista Erich Fromm. La biofilia è quella tendenza innata a concentrare il proprio interesse sull’amore per la vita e sui processi vitali, è l’orientamento psicologico dell’essere umano verso tutto ciò che è vivo o che trasmette vitalità.

L’architettura e il design sostenibili di oggi interessano non solo le abitazioni, ma anche ospedali, scuole e uffici dove si è visto che la presenza di spazi verdi, materiali naturali ed energia rinnovabile migliorano e incrementano le guarigioni e le prestazioni. Con la progettazione sostenibile si facilitano le persone a riconnettersi con il mondo naturale e ai suoi processi: un ambiente realizzato seguendo questi principi è di aiuto al sistema cognitivo, biologico e immunitario. Progettare un edificio seguendo i principi di biofilia significa affrontare la costruzione sotto diverse angolature, ad esempio utilizzando materiali provenienti dall’habitat in cui si vive, come un tipo di legno prelevato da alberi autoctoni o un rivestimento in pietra locale.

Seguendo questo modello lo scorso anno sono state realizzate sullo Zeeburgereiland di Amsterdam due residenze di 120mq ciascuna, un complesso dall’evocativo nome di Freebooter (erano i bucanieri olandesi di un tempo, personaggi che navigavano alla ricerca di nuove terre), per due nuclei familiari, combinando i concetti di bioarchitettura, ergonomia e interventi site specific. Tutto è stato pensato ad hoc, dall’analisi dell’illuminazione solare alle stanze flessibili e utilizzabili in modo differente a seconda delle necessità.

Ideato e sviluppato dallo studio GG-loop di Amsterdam, il progetto esprime in pieno la filosofia dello studio, che pone in primo piano l’esperienza e il benessere dell’utente finale. “Siamo parte della natura in modo profondo e fondamentale, ma nella nostra vita moderna abbiamo perso questo legame. Il nostro studio immagina un design della casa e della città che rispetti sia gli abitanti che l’ambiente, riconnettendo entrambi nel processo” afferma Giacomo Garziano, architetto, designer e fondatore di GG-loop. “Freebooter è una risposta a questo, perché vedo nel design biofilo la chiave per una progettazione davvero innovativa, che bilanci gli aspetti tecnici di una costruzione rispettosa dell’ambiente con l’esperienza qualitativa e vissuta di uno spazio organico e naturale”.

Freebooter è una moderna “nave a terra”, con molti riferimenti al vento, all’acqua e alla navigazione: Garziano ha studiato il movimento del sole tutto l’anno per creare la forma e il posizionamento ottimale delle lamelle della struttura. Questa facciata parametrica permette alla luce solare di inondare l’appartamento in modo ottimale, e allo stesso tempo un adeguato livello di privacy. “Gli spazi sono molto fluidi e organici, e si ‘dispiegano’ mentre ci si muove all’interno della casa”, spiega il designer. L’estetica del design di GG-loop è stravagante senza essere invasiva, è visionaria e futuristica pur prestando attenzione alle culture, ai costumi e alle sensibilità locali. Nel caso di Freebooter la costruzione degli elementi interni ha richiesto una sapiente artigianalità e una solida esperienza strutturale. Il design marittimo è stato la fonte principale dell’estetica e l’ispirazione tecnica del progetto. La costruzione è stata interamente prefabbricata fino all’ultimo dettaglio, e i materiali chiave utilizzati in ogni appartamento sono il cedro rosso occidentale, il pino e l’acciaio, tipici della costruzione navale del luogo.

Realizzato con una struttura ibrida di Cross Laminated Timber (CLT) e acciaio, è stato costruito in un tempo eccezionalmente veloce, tre settimane per i quattro piani, e il completamento del blocco ha richiesto 6 mesi. Il volume è realizzato in X-LAM, un sistema costruttivo sempre più utilizzato per la versatilità e le alte prestazioni. Isolamento termico, gestione della temperatura e dell’umidità, sistema di riscaldamento e raffreddamento sono solo alcuni degli aspetti che il team guidato da Garziano ha considerato fin dalle prime fasi progettuali basati su un’elevata efficienza energetica, spazi interni di alta qualità e materiali naturali.

Con un esterno di grande impatto, Freebooter è diventato un punto centrale del quartiere; il blocco si apre su una pianta interna compatta che rivela combinazioni di finestre, interni in legno e finiture di alta qualità, con curve organiche aperte che percorrono spazi abitativi confortevoli, conferendo una sensazione di benessere e di connessione con la natura. Il consumo energetico dell’edificio è vicino allo zero. Questo risultato è la combinazione di 24 pannelli solari sul tetto, dell’isolamento delle pareti ad alte prestazioni e di pareti in vetro, abbinati a un riscaldamento a pavimento a bassa temperatura e a un sistema di ventilazione meccanica e naturale. Il tutto senza dimenticare, secondo i principi del biophilic living, che entrambi gli appartamenti devono rappresentare un rifugio per il recupero delle energie degli abitanti lontano dallo stress quotidiano, e al contempo donare uno spazio di elevato benessere per favorire la creatività. Freebooter ha vinto il premio “Large Apartment of the Year” dei Frame Awards 2020 di Amsterdam.

Pubblicato su Handbook Costa Smeralda il 13/07/2020

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